sabato 9 novembre 2013

Mostar: il Vecchio, venti anni dopo (da Osservatorio Balcani e Caucaso)

La distruzione del Ponte Vecchio non fu un gesto casuale, né l’azione di un paio di soldati indisciplinati. Al contrario, era il risultato di una strategia pianificata dai politici croati e dai capi croato-bosniaci per rimuovere la popolazione musulmana. Nel verdetto contro i sei croati, il Tribunale dell’Aia sostiene che “la distruzione dello Stari Most rappresenta una violazione delle leggi e delle consuetudini di guerra… un atto cosciente da parte degli autori che miravano a distruggere l'identità culturale attraverso la distruzione materiale e l’avvilimento della popolazione”.

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