martedì 19 novembre 2013

Il bluff giapponese prosegue (da Phastidio.net)

(...) La realtà giapponese però resta quella: la “crescita” sinora è stata fatta soprattutto con spesa pubblica, e poco altro; i mercati di sbocco non aiutano; malgrado il forte indebolimento dello yen, pari al 25% nominale, i prezzi a cui le aziende giapponesi esportano si sono ridotti di solo il 2% nell’ultimo anno. Questo perché le aziende hanno preferito non tagliare aggressivamente i listini prezzi, anche per non essere accusate (assieme al governo giapponese) di fare dumping (sono le gioie delle svalutazioni del cambio, bellezze), e quindi si sono “accontentate” di gonfiare i profitti. Ritenendo il deprezzamento del cambio ed i conseguenti profitti qualcosa di temporaneo, si agisce di conseguenza. Niente aumenti di stipendio fisso, solo bonus.
Il Giappone è resta un paese con un deficit fiscale enorme, con un profilo demografico pesantemente svantaggiato, e con i nodi della propria struttura economica del tutto irrisolti.(...)

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