sabato 30 giugno 2012

Il Successo Di Monti, la Strada Ancora Da Percorrere

Per chi ha "tifato" Monti dall'inizio del suo mandato, (e anche prima dell'inizio), le notizie di venerdì mattina sono state l'ottima conferma di una scommessa giusta. Lo spiega bene Mario Calabresi sulla Stampa di oggi: "Ogni passo, ogni frase, ogni decisione di Mario Monti negli ultimi sette mesi ha trovato finalmente il suo senso nella lunga notte del vertice europeo."

Ma è comunque bene non lasciarsi andare a eccessivi entusiasmi: le scelte fatte sul rifinanziamento delle banche - staccando i problemi degli istituti di credito da quello dei debiti degli Stati - e il meccanismo di "controllo" degli "spread" hanno necessità di un'implementazione chiara e ancora da verificare nei fatti.

In ogni caso è fondamentale che sia stato mandato il segnale giusto ai mercati: il progetto europeo non deve farsi condizionare dall'altalena delle valutazioni finanziarie, che sono necessarie ma fallibili, sono uno stimolo positivo il più delle volte, ma a condizione che la struttura politica dell'Europa non venga messa in crisi.

Per questo i passi ancora da fare sono tanti: la tensione mercati - politica rimarrà (è necessaria e positiva, per certi aspetti) e l'Italia non deve illudersi che il percorso di risanamento possa essere "facilitato" (anzi, dobbiamo mostrare ancora più serietà).
Ma l'inizio, come si era percepito nei giorni scorsi, sembra andare nella direzione giusta.
Francesco Maria Mariotti

[segue breve rassegna stampa]  

venerdì 29 giugno 2012

Un risultato migliore del previsto (dal Sole24Ore)

Come è successo altre volte durante questa crisi questa notte i paesi della zona euro hanno dato un'improvvisa accelerazione al modo in cui cercare di mettere mano allo sconquasso debitorio. La trattativa a Bruxelles ha comportato una serie inattesa di risultati, almeno sulla carta. Molti dettagli andranno negoziati e potranno rivelarsi ostici, ma nei fatti gli stati membri della zona euro ieri ha posto sul tavolo il primo tassello di una unione bancaria. dal nostro corrispondente Beda Romano - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/7LK28  


martedì 26 giugno 2012

Approfittare degli Incidenti (No alla Guerra, ma "Circondiamo" la Siria)

[aggiornato con una risposta a un commento - 3 luglio 2012]

Ci sono molte cose da capire, nella questione del jet abbattuto dalla Siria. Gli errori esistono, e possono esserci stati da una parte come dall'altra; in questo senso bisogna sempre evitare di farsi prendere da suggestioni "dietrologiche" (tanto per intenderci, un'ipotesi di "incidente cercato").

Però è anche vero che la Turchia, come già ricordavo in un precedente post, aveva già chiesto più di un mese fa l'intervento della Nato contro la Siria. Vien quindi da pensare che - incidente o meno - Erdogan possa essere tentato di spingere oltre il limite la reazione, costringendo la NATO a seguirlo.

Indipendentemente da torti e ragioni, che in politica sono sempre "malleabili", la domanda rimane sempre la medesima, analoga ad altre situazioni: abbiamo  chiaro quale potrebbe essere l'orizzonte (logistico, temporale, e soprattutto politico) di un eventuale intervento militare?

La Direzione Giusta?

Forse ci stiamo indirizzando verso soluzioni giuste, per la crisi europea? Conta molto il segnale complessivo , anche in termini mediatici e di percezione psicologica da parte dei mercati, che verrà dal prossimo vertice, ma in qualche modo le ipotesi sul campo ripercorrono idee che si erano già delineate: se l'Europa deve intervenire, allora ci sia il pieno potere di controllo sui bilanci dei singoli stati. 
Forse, passo dopo passo (ma dobbiamo andare più veloci!), l'Europa sta nascendo.
L'importante è che la direzione appaia certa e realmente irreversibile.

Francesco Maria Mariotti
[di seguito articoli del Sole24Ore e del Corriere della Sera]

Euro, i piccoli passi non bastano più (dal Sole24Ore)

(...) In cambio di una maggiore solidarietà con i partner, la Germania chiede più disciplina. In soldoni significa trasferimento a livello europeo delle sovranità nazionali di bilancio, cioè controllo sulle leve della spesa pubblica altrui. Sarebbe una decisione di portata storica, pari a quella che vent'anni fa portò la Germania di Helmut Kohl a rinunciare alla sovranità esclusiva sul marco tedesco. 
Riuscirà questa Europa che, durante la lunga crisi dell'euro si è in sordina rinazionalizzata nell'economia e soprattutto nelle pulsioni mentali, a compiere il grande passo? Le scommesse sono aperte. A parole, la Francia di Hollande per ora non sbatte la porta come avrebbero fatto tutti i suoi predecessori. Ma la strada è lunga e piena di ostacoli. 
Senza un progetto europeo ambizioso, ha avvertito il presidente della Bce, Mario Draghi, l'euro è a rischio. Christine Lagarde, il direttore generale del Fmi, suona lo stesso allarme. L'Europa ci proverà a Bruxelles a diventare adulta, ma ha bisogno di tempo. Purtroppo non è detto che i mercati siano disposti a concederglielo.

lunedì 25 giugno 2012

La Siria non è la Libia (dal Sole24Ore)

Quanto alle mosse della politica estera della Turchia e allo slogan "zero problemi con i vicini" coniato dal suo ineffabile ministro degli Esteri Davutoglu si stanno rivelando pericolosamente illusori. In realtà Ankara ha visto sgretolare proprio questo pilastro con cui intendeva tornare da protagonista in Medio Oriente. Ha rotto con Israele per l'incidente della Mavi Marmara, i rapporti con Grecia e Cipro sono sempre tesi, si sta scontrando con l'Iraq per la questione curda, ha rapporti complicati con l'Iran e la Siria è stata l'ultima delusione del primo ministro Erdogan che sognava di condizionare il suo ex amico Bashar Assad al quale aveva passato persino i codici di identificazione dei caccia dopo l'attacco israeliano del settembre 2007 al reattore siriano di Deir Ez Zor. di Alberto Negri - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/nyZrj

sabato 23 giugno 2012

Tensioni Turchia - Siria

Caccia turco abbattuto dai siriani per errore. Ho letto questa notizia prima sulla pagina FB di Guido Olimpio, del Corriere della Sera. Nel link che riporto qualche dettaglio in più. La notizia non è bella, vista la situaziona di tensione già esistente fra i due paesi; ricordo che solo poco più di un mese fa Erdogan aveva minacciato di chiedere l'intervento della NATO contro la Siria
Al tempo stesso i primi segnali sembrano lievemente ottimisti: si parla infatti di ricerche congiunte per recuperare i piloti. L'importante è che prevalga la ragione, anche se lo scenario siriano sembra - secondo lo stesso Olimpio che cita il quotidiano Telegraph - assomigliare sempre più a quello libico (fuga dirigenti, movimenti di denaro all'estero, etc). Speriamo prevalga il tentativo di raffreddare la situazione.
[di seguito la notizia su Euronews e l'intervista a Erdogan del maggio scorso]

Piccoli passi per una nuova Europa (da laStampa)

(...) Il fatto che Monti abbia potuto ribadire che le regole della disciplina finanziaria sono state rotte nel 2003, in modo clamoroso, proprio da Francia e Germania, è significativo: vuol dire che è un gruppo dove ci si confronta con franchezza e non ci si limita a voler dar messaggi miracolistici ai mercati. E’ un gruppo dove alla Germania, che comincia a vedere nella sua stessa congiuntura i segni della crisi europea, si offre l’opportunità di attenuare l’impressione di essere un misto di paese-fenomeno, potenziale solutore dei problemi altrui e stopper dei progressi dell’integrazione. E’ un gruppo dove al nuovo presidente francese si offre l’opportunità di smentire, sia pur gradualmente, l’idea che sia proprio la Francia a ostacolare cessioni di sovranità nazionale. (...) Quanto alle cose da fare, vanno distinte quelle per il breve da quelle per più tardi. Sul breve è cruciale che la sostanza della proposta fatta da Monti fin dal Messico venga in qualche modo accolta. La sostanza è che, per godere di interventi di stabilizzazione degli spread con acquisti di titoli pubblici con fondi europei, compresa in un primo tempo la Bce, non occorra essere sull’orlo del disastro e pronti a forme eccezionali di extradisciplina. Se un Paese riceve l’approvazione e il monitoraggio della Commissione sui suoi piani di riequilibrio finanziario, ciò deve bastare. Se i mercati, ad esempio, sovra-reagiscono al problema greco facendo salire molto lo spread italiano, nonostante i nostri conti rimangano buoni e approvati da Bruxelles, è opportuno che con fondi comunitari si metta riparo alle esasperazioni. L’iniziativa di intervenire dovrebbe essere degli stessi responsabili dei fondi, senza che l’Italia prenda altri impegni e senza che nemmeno lo richieda. Per l’orizzonte più lungo, pare di capire che il quartetto dei presidenti punti a una prima tappa di cosiddetta unione bancaria, una seconda di unione fiscale, una terza, più lontana, di unione politica. L’essenziale è partire davvero, con molta concretezza e debita urgenza, con la prima tappa.(...) 

venerdì 22 giugno 2012

Libia in fiamme?

[post correlati: sono elencati in questo Tensione a Tripoli - Libia nel caos?]

Bisognerà che prima o poi si riprenda in mano il "dossier libico"; spero e credo che i nostri servizi di sicurezza, il nostro esercito, il nostro Ministero degli Esteri (e non solo loro, naturalmente, anche qui dovrebbe esistere l'Europa...) stiano seguendo con grande attenzione e preoccupazione quanto sta succedendo a Tripoli, Bengasi e dintorni. 
Si è già detto da queste parti - e da molte altre più autorevoli - che la guerra in Libia rischiava di essere ancora una volta una missione incompiuta, con il rischio di aggravare la situazione del paese che si voleva liberare. 
Speriamo ci sia ancora spazio di manovra perché l'incerta fase di passaggio si consolidi, ma le notizie non sono incoraggianti. Tentiamo di tenere a mente quanto sta succedendo, per il nostro futuro; perché non si progetti più senza cautele una guerra, perché la nostra politica estera non continui a muoversi senza orizzonte.
FMM

(segue citazione e link a AffarInternazionali)

giovedì 21 giugno 2012

DALLA PARTE DI NAPOLITANO

[Enrico Letta su Europa] [post correlato Il Quirinale e la mossa legittima (da laStampa)]
Forse è il caso di lasciar da parte sfumature e mezze misure. E ribadire con nettezza dove stiamo, e dove gli elettori ci possono trovare. Noi stiamo dalla parte di Napolitano e stiamo dalla parte di Monti. Sembra assurdo che sia necessario ripeterlo ancora. Lo sviluppo degli eventi di questi anni e di questi mesi ci ha visti infatti lineari e coerenti. E direi determinanti per la svolta che consente oggi all’Italia di giocare il ruolo da protagonista in Europa e nel G20. 
E non ci si può far prendere la mano dalla evidente e reale fatica della società e dell’economia italiana di questo tempo per imputare tutto ciò al governo in carica e alle scelte coraggiose del presidente della repubblica. Cosa sarebbe dell’Italia oggi senza le scelte di Napolitano e senza l’azione di Mario Monti?

Finanza e democrazia, l'emergenza che non è finita

[Rassegna stampa]
Se fenomeni di questo tipo possono far cadere gli Stati, nasce un problema di democrazia. Da secoli è noto che diffondendo il panico con voci o speculazioni si può abbattere anche una banca che ha impiegato i soldi in modo prudente. Centocinquant’anni fa in Inghilterra, per opera del commentatore economico Walter Bagehot, si diffuse l’idea che proprio nell’interesse di una sana economia di mercato un intervento pubblico (della banca centrale) doveva impedire esiti di questo genere. Oggi occorre trovare strumenti innovativi perché la finanza non possa abbattere gli Stati. A questo mira la proposta italiana di cui ora in Europa si discute - impegno ad acquisti illimitati se i tassi superano una certa soglia - nata nella Banca d’Italia (Ignazio Visco vi aveva alluso il 31 maggio). Richiederà garanzie severe che giustifichino la fiducia reciproca degli Stati. Non deve accadere come nell’agosto 2011, quando i primi acquisti di titoli italiani da parte della Bce rilassarono l’impegno del precedente governo. L’operazione costerà poco, anzi potrebbe perfino risultare in guadagno, se si riuscirà a convincere i mercati di essere pronti a spendere molto. E avrà senso solo se l’area euro intraprenderà nel contempo il doppio processo che ormai è impossibile rinviare, a breve termine per unificare i sistemi bancari, in tempi più lunghi per l’unione politica. - Stefano Lepri Finanza e democrazia 

martedì 19 giugno 2012

Chiarezza e Trasparenza - L'intervento di Elsa Fornero al Senato

(Post collegato - Ha ragione Elsa Fornero)

(...) Sono sempre stata dell’avviso che la definizione corretta debba essere quella di lavoratori che meritano, pur con costi per la collettività, di essere salvaguardati dagli effetti del recente inasprimento dei requisiti per il pensionamento. E lo meritano in quanto, rimasti privi di lavoro, avrebbero avuto, in un arco temporale ridotto, accesso alla pensione secondo le regole previgenti. Chiunque può vedere, in questa definizione, una commistione di elementi economici, giuridici, sociali e anche etici che riduce la misurabilità oggettiva dell’aggregato.  (...) 

Il Quirinale e la mossa legittima (da laStampa)

Un chiarissimo Carlo Federico Grosso a difesa dell'azione del Quirinale
FMM

(...) In termini burocratici, si sollecitava dunque, semplicemente, il procuratore generale della Cassazione ad assicurare, per quanto possibile, l’opportuno coordinamento delle indagini, allo scopo di evitare che iniziative discordanti potessero danneggiarle. Ed allora, che c’è di strano? Il Capo dello Stato, nella prospettiva di una proficua collaborazione istituzionale, ha sollecitato, semplicemente, il procuratore generale presso la Cassazione ad esercitare con tempestività ed efficienza i suoi poteri di controllo in una materia particolarmente incandescente quali sono le indagini sulla trattativa mafia-Stato.(...) Dato il tenore della lettera, non è d’altronde vero che si siano verificate indebite pressioni sul procuratore generale, non è vero che sia stato scavalcato il Capo della Dna, nulla, nella lettera, fa lontanamente pensare che essa tendesse a salvare in qualche modo i politici. Che su questa vicenda si sia imbastita una polemica di tal fatta, è segno tristissimo della crisi in cui annaspa il nostro Paese.

lunedì 18 giugno 2012

Obiettivo: Europa

L'obiettivo è «definire una chiara road map e interventi concreti per rendere l'euro stabilmente più credibile e anche per definire impegni comuni per avviare la crescita». Il presidente del Consiglio ha spiegato che «non abbiamo problemi a discutere dei problemi europei» anche al di fuori delle sedi europee, ma i problemi vanno risolti all'interno dell'Eurozona. dal nostro inviato Gerardo Pelosi - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/RzJ77 

Il primo passo è fatto (da Presseurop)


(...) Antonis Samaras, leader del partito conservatore Nuova democrazia, ha combattuto una battaglia difficile e l’ha vinta malgrado tutto. È consapevole che migliaia dei suoi elettori hanno appoggiato i conservatori soltanto perché volevano scongiurare l’uscita dalla zona euro della Grecia o una vittoria delle forze politiche estremiste. 
Adesso Samaras deve reclutare le persone più qualificate disponibili in ogni settore e non affidarsi semplicemente alla vecchia guardia politica che si è affrettata a mettersi in posa con lui per i fotografi al Parlamento greco. (... Il primo passo è fatto)

L'altra Germania per il rilancio della UE (da AffarInternazionali)


(...) Il piano alternativo “per l’uscita dalla crisi” che la Spd ha presentato qualche settimana fa con lo schieramento plateale dei suoi massimi leader, il presidente del partito Sigmar Gabriel, l’ex vicecancelliere ed ex ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier e l’ex ministro delle Finanze della grosse Koalition Peer Steinbrück, ha il respiro lungo di un programma di governo.  
Pur riconoscendo la necessità di tenere rigorosamente sotto controllo il debito, indica una strategia del tutto alternativa all’austerity policy di Frau Merkel. Prevede un programma europeo urgente contro la disoccupazione giovanile, con investimenti pubblici adeguati e favorendo la mobilità intereuropea; misure di controllo e regolamentazione dei mercati finanziari, dall’introduzione dell’imposta sulle transazioni alla separazione netta tra banche commerciali e banche d’investimento, un ente di controllo comune e un’agenzia di rating europea. 

domenica 17 giugno 2012

Ha ragione Elsa Fornero

(con un aggiornamento del 18 giugno)
Il tema dei cosiddetti "esodati" è assai delicato, e purtroppo si presta a semplificazioni molto accentuate, con il grave rischio di fare confusione su una questione vitale per i singoli che vi siano coinvolti, e comunque importantissima anche per la collettività tutta. 
Personalmente non ho certezze granitiche, anche perché è necessario avere dati precisi per poter parlare, e da questo punto di visto a mio avviso il ministro Fornero ha ragione, quando esprime sdegno per il fatto che siano girate cifre senza adeguata spiegazione.

Segnalo di seguito un articolo di Libertiamo che mi pare metta qualche paletto per meglio orientarsi nella questione. Devo dire che non mi piace molto il tono complessivo dello scritto; per esempio non parlerei di "truffa ideologica", perché l'angoscia delle persone è grande e comprensibile, anche se sicuramente alcuni sembrano aver trovato in questo tema il "cavallo di Troia" con cui attaccare la giusta riforma delle pensioni.

sabato 16 giugno 2012

Draghi: "Siamo pronti, ma..."


La Bce non può colmare tutte le falle nel processo di integrazione europea, ha detto Draghi a Francoforte, aggiungendo che una situazione complessa non può essere risolta con una singola azione. Per una Unione monetaria più forte sarà necessario un potere centralizzato, ha continuato il presidente Bce in linea con quanto detto da Angela Merkel pochi giorni fa, sottolineando l'importanza di una più stretta unione politica - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/ZKFmT

venerdì 15 giugno 2012

Intervista all'ex premier Papandreou (dal Sole 24Ore)


Alexis Tsipras, 37 anni, leader di Syriza «è solo un populista di sinistra», non è affatto un vero progressista. «Tsipras è contro ogni riforma, nazionalizzerà ancora di più l'economia, aumenterà il numero dei dipendenti pubblici e ha invitato la gente a non pagare né i pedaggi austradali, né le biglierri dei trasporti né le tasse». Syriza «non è altro che una forma camuffata dei fenomeni morbosi di opportunismo e di demagogia che abbiamo vissuto a sazietà negli anni che hanno seguito la caduta del regime dei colonnelli».
dal nostro inviato Vittorio Da Rold - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/f8cH3 

giovedì 14 giugno 2012

Pronti a Tutto, per Salvare l'Euro



Si stanno preparando le "armi" per affrontare la guerra dei mercati, nel caso di voto "critico" in Grecia. Si avvicina il momento in cui Mario Draghi dovrà usare il bazooka, garantendo tutto il debito europeo? Se così fosse, dovrebbe essere già attivo il giorno stesso un Ministro delle Finanze europeocon poteri di veto e di indirizzo sui bilanci di tutti i paesi di cui si garantisce il debito

Poi, in tempi rapidi, la fase costituente per creare un vero governo europeo (non siamo così lontani - a ben vedere - dalla logica espressa dalla Merkel, anche se forse non c'è più tempo per un percorso così "ordinato") 

Addio Rivoluzione?

Tutto, o quasi, da rifare. Con una sentenza schock, che farà discutere per molto tempo, la Corte costituzionale egiziana ha dichiarato non valida l'elezione di un terzo dei membri del Parlamento, che a questo punto, è la conseguenza della sentenza, va sciolto. A dare la notizia è stata a l'agenzia di stampa Mena, precisando che l'annullamento riguarda i deputati eletti col sistema maggioritario a causa dell'incostituzionalità della legge elettorale. Le conseguenze di tale decisione sono ancora più drastiche, e riportano indietro le lancette della rivoluzione. «La Corte costituzionale ha sancito che le elezioni parlamentari sono incostituzionali, e quindi l'intera composizione del Parlamento è da considerare illegittima sin dalla data dell'elezione». di Roberto Bongiorni. Con un'analisi di Alberto Negri - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/aaFbO  

martedì 12 giugno 2012

Un piano per l'Unione politica (da AffarInternazionali)

(A parte i titoli, sottolineati, i grassetti sono miei, FMM)


(...)
Con Berlino
Questo risultato va ottenuto con e non contro Berlino. La cancelliera va messa alla prova. I tedeschi sanno che il loro futuro, economico e politico, è nell’Unione europea. Il raggiungimento della stabilità finanziaria non è un’invenzione tedesca. La causa scatenante della crisi deriva dall’entità del debito. È giusto pretendere dalla Germania solidarietà ma non una carta di credito illimitata. È realistico tenere presente che la Germania è tutt’altro che isolata nella difesa del rigore. Il consenso in Irlanda all’accordo sulla disciplina di bilancio dimostra fiducia nella stabilità come premessa della crescita. È tuttavia fondamentale che non rimanga avvitata dai propri incubi (l’inflazione degli anni 20), vinca l’ossessione giuridica e contabile che la tormenta, sia propositiva, contrasti i sentimenti nazionalistici latenti che si addensano contro Berlino.

lunedì 11 giugno 2012

La road map della Germania da sola non basta a salvare l'euro (dal Sole24Ore)


Da Berlino sta emergendo finalmente una "mappa nautica" che dovrebbe accompagnare la barca europea al sicuro.

La mappa prevede tre passaggi impegnativi: un'unione bancaria e finanziaria entro 12-18 mesi; un'unione fiscale entro il 2015 e infine un'unione politica legittimata democraticamente entro il 2020. È forse la prima volta che si vede sullo sfondo un punto d'approdo per la tormentata vicenda europea.

Tuttavia questo percorso immaginario sposta così in là l'orizzonte politico da scontrarsi con le emergenze di brevissimo termine.

di Carlo Bastasin - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/Yyu1M 

Vigilanza bancaria e regolamentazione finanziaria (Interventi di Anna Maria Tarantola)


Sempre sulla nuova Presidente RAI, mi sono stati segnalati altri interventi, che rendono maggiormente giustizia del ruolo di Anna Maria Tarantola nel campo della vigilanza bancaria. Approfitto della segnalazione - di cui ringrazio - molto volentieri. Di seguito tre interventi sui problemi della regolamentazione finanziaria, del risk management, e della governance bancaria.

Francesco Maria Mariotti

La Banca d’Italia continuerà a promuovere nelle sedi competenti l’affermarsi in Europa di un modello di supervisione  rigoroso e prudente, che – facendo leva 
sull’esperienza dei Paesi che hanno saputo affrontare meglio di altri la crisi – ponga le basi per un sistema di controlli che sia  davvero adeguato, per qualità e intensità dell’azione, alle sempre più complesse sfide poste dai cambiamenti in atto. 
Le banche dovranno essere in grado di operare in un contesto di maggiore complessità normativa e operativa. Più capitale e di migliore qualità, minore grado di leva, più equilibrata struttura per scadenze del bilancio bancario sono i pilastri su cui poggerà la nuova regolamentazione. Ciò potrà richiedere alle banche di ripensare i propri modelli operativi, che dovranno essere più prudenti e robusti. Nel medio-lungo periodo, la redditività potrà beneficiare del contenimento dei costi di finanziamento e dei minori rischi associati a modelli di business meno aggressivi. Le banche dovranno rafforzare la capacità di gestire adeguatamente i rischi in una visione unitaria, primo fattore di successo degli intermediari. L’esperienza ha mostrato che gli operatori che hanno saputo gestire in modo tempestivo e unitario i rischi sono riusciti a meglio fronteggiare le difficoltà e a contenere l’impatto della crisi.


domenica 10 giugno 2012

Interventi di Anna Maria Tarantola

Per conoscere meglio Anna Maria Tarantola, nuova Presidente della Rai - scelta con un'ottima decisione da Mario Monti - vi invito a leggere alcuni suoi interventi come Vice Direttore Generale della Banca d'Italia


Francesco Maria Mariotti


(...) Un quadro così variegato, insieme con le disuguaglianze territoriali, suggerisce che la causa della bassa partecipazione delle donne all’economia non sia una sola. L’abbiamo visto nel corso di questa giornata. Tassazione, istituzioni, fattori culturali e organizzativi possono influire sull’ingresso e sulla permanenza delle donne nel mercato del lavoro. La difficoltà di delegare le attività domestiche e di cura per la scarsa offerta di servizi e l’atavico squilibrio dei carichi familiari sono altri fattori che possono spiegare il divario di partecipazione rispetto agli altri paesi avanzati.
Da questa molteplicità di motivazioni discende che non vi possa essere una sola ricetta: nessuna azione, se condotta in modo isolato, può essere considerata risolutiva. È necessario un approccio integrato al problema, che chiama in causa non solo tutti coloro che hanno responsabilità di governo, nei vari livelli, ma anche chi contribuisce al formarsi della cultura e delle opinioni – i mass media, le stesse famiglie - e le imprese, la cui organizzazione e le cui politiche interne possono svolgere un ruolo significativo nel favorire la partecipazione delle donne e la loro valorizzazione.(...)

I nodi al pettine (dal Sole 24Ore)

L'unico modo per costringere i regolatori bancari nazionali a trasferire tutte le informazioni che hanno sullo stato delle banche è proprio quello di sottoporli all'autorità di controllo dell'Ue o del Fondo monetario nel contesto di un programma di assistenza. In questa luce, la crisi spagnola, prima ancora che una crisi bancaria, è una crisi causata dalla pretesa di sovranità nazionale in Europa. di Carlo Bastasin - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/vL8Hw

Hollande risponda alla Merkel (da LeMonde)

(...) Que dit la chancelière ? Elle répète cette vérité première sur laquelle il ne peut y avoir d'ambiguïté : la gestion de la monnaie unique suppose une politique budgétaire commune. Toute union monétaire marche sur deux jambes : une banque centrale, un Trésor commun.
Or une politique budgétaire commune - la crise de l'euro le prouve depuis deux ans - requiert des mécanismes d'harmonisation, de contrôle, de gestion, d'évaluation qui doivent être centralisés. Autrement dit, les Etats qui veulent la monnaie unique doivent céder un peu de leur souveraineté budgetarie. On ne peut vouloir l'euro et conserver sa pleine souveraineté budgétaire. En matière monétaire, l'ambiguïté est destructrice, pas constructive.
Mme Merkel ne propose pas un super-Etat fédéral pour gouverner l'Europe. Elle ne réclame pas une fédération. Elle veut seulement investir une institution communautaire de la part de pouvoirs - budgétaire et bancaire - nécessaires à une saine gestion de l'euro. A cette condition, l'Allemagne est prête à aider à la recapitalisation des banques espagnoles, et même à mutualiser une partie de la dette souveraine au sein de la zone. (...)


MHollande doit repondre a Mme Merkel
Traduzione del passo citato, mi scuso per eventuali imperfezioni di stile: La gestione della moneta unica presuppone una politica di bilancio comune. Ogni unione monetaria poggia su due gambe: una banca centrale, un Tesoro comune. Ora una politica di bilancio comune - la crisi dell'euro lo prova da due anni - richiede dei meccanismi di armonizzazione, di controllo, di gestione, di valutazione che devono essere centralizzati. Altrimenti detto, gli Stati che vogliono la moneta unica devono cedere un po' della loro sovranità di budget. Non si può volere l'euro e conservare la propria piena sovranità di bilancio. In materia monetaria, l'ambiguità è distruttrice, non costruttiva. La signora Merkel non propone un super-Stato federale per governare l'Europa. Non reclama una federazione. Vuole solo investire una istituzione comunitaria di una parte dei poteri - di bilancio e bancari - necessari a una sana gestione dell'euro. A questa condizione, la Germania è pronta a aiutare la ricapitalizzazione delle banche spagnole, e pure a mutualizzare una parte del debito sovrano della zona.

giovedì 7 giugno 2012

Disciplina e Solidarietà: il Giusto Scambio

Ripropongo un articolo di Marta Dassù, già segnalato in altro momento (era ancora Presidente in Francia Sarkozy), che ben spiega la partita politica in corso in Europa, lo scambio fondamentale su cui comunque - anche con personaggi parzialmente diversi - dobbiamo discutere oggi.

E' fondamentale che il patto con Berlino sia chiaro, ma anche giusto per tutti i contraenti: deve permettere ossigeno alle economie deboli, ma non deve "svendere" la stabilità monetaria ed economica, che è bene essenziale per tutti noi, non solo per la Germania.

Come già scritto, gli Eurobond - ammesso che funzionino ( e possono funzionare solo con una struttura europea nuova) - o un intervento eccezionale della BCE non devono diventare la Grande Scusa per nuove scelte di spesa fuori controllo.

mercoledì 6 giugno 2012

Appello di Open Media Coalition al Presidente della Repubblica

(...) La ragione per la quale ci permettiamo di rivolgerci a Lei, Signor Presidente, tuttavia, non è legata tanto ai nomi degli eletti che Lei dovrebbe proclamare membri delle Autorità, quanto, piuttosto al metodo seguito per la loro nomina, metodo che, come avrà modo di verificare direttamente, è stato palesemente inadatto a garantire il raggiungimento degli scopi e degli obiettivi ai quali i procedimenti di nomina sono preposti e finalizzati. (...)

martedì 5 giugno 2012

Tensione a Tripoli - Libia nel Caos?


L'aeroporto di Tripoli è tornato sotto il controllo del governo libico . Decine miliziani sono stati arrestati dopo che per l'intera giornata l'aeroporto erato tornato a essere terreno di scontro.  Una brigata armata di miliziani - circa 200 persone - avevano occupato l'Qaser Ben Ghashir , l'aueroporo più importante della Libia, costringendo le autorità a cancellare tutti voli in partenza. FEDELI - La brigata era quella di "Al Awfia", originaria della città di Tarhouna, a circa 60 km a sudest di Tripoli, una città da sempre considerata fedele al regime del defunto leader Gheddafi. La richiesta di Al Awfia era quella del rilascio di uno dei suoi leader, Abu Ujeila Al Habashi, «l'Abissino», scomparso due notti fa. Secondo l'emittente televisiva panaraba Al- JazeeraHabashi si era recato nella capitale per consegnare alcuni carrarmati all'esercito regolare. Di lui non si erano più avute notizie. Al Awfia sostiene sia stato arrestato. Il Libyan Herald ha parlato, invece, di rapimento.(...)
La cronaca del Corriere

Aggiornamento del 6 giugno:


(...) Da quando sono stati liquidati quattro raìs, compreso quello di Tunisi, e un quinto, Bashar Assad, è pericolante, il mondo arabo è in continua ebollizione ma con uno strano effetto: l'Occidente e l'Europa, che hanno fatto fuori direttamente Saddam Hussein e Gheddafi, archiviato in fretta Mubarak e Ben Alì come se fossero dei partner occasionali, e ora pensano, non si sa come, di detronizzare Bashar Assad, appaiono soltanto spettatori degli eventi che hanno contribuito più o meno consapevolmente a provocare. Alberto Negri - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/9oXFb



(...) CAOS - Appare sempre più intricata e in salita la strada per il consolidamento della nuova Libia, incapace di superare le divisioni interne e porre fine al «potere parallelo» delle milizie che, dopo la fine del regime del Colonnello Gheddafi, non hanno abbandonato le armi. Risale ad appena due giorni fa l'assalto all'aeroporto internazionale di Tripoli da parte dei miliziani della Brigata Tarhuna, che ha costretto le autorità a chiudere lo scalo. IL VOTO - Di Libia ha parlato nel corso di un'audizione davanti alle commissioni Esteri congiunte a Montecitorio, il ministro Giulio Terzi: «Siamo fiduciosi che le elezioni in Libia possano svolgersi entro l'inizio del Ramadan, e cioè entro il 20 luglio» ha detto. Il voto per l'assemblea costituente libica era inizialmente previsto per il 19 giugno. Assalto al consolato Usa
Sulla Libia, su questo blog si può leggere, fra l'altro:

venerdì 1 giugno 2012

Perché gli Eurobond non sono la soluzione (da laVoce.info)

(...) I PROBLEMI DEGLI EUROBOND

Per semplicità, supponiamo che l’Eurozona sia composta da due paesi, A e B, con governi nazionali eletti dai rispettivi cittadini: il paese “A” è un paese “cicala”, il paese “B” è un paese “formica”. Supponiamo ora che si pensi di emettere un eurobond per aiutare il paese A. Per il cittadino di A, i benefici sono chiari: nessun (o contenuto) aumento delle tasse, mantenimento o aumento del livello di spesa pubblica e quindi sforzo di aggiustamento più morbido. Per il cittadino del paese B, al contrario, si prospetta un aumento delle tasse e un possible contenimento della spesa pubblica causa l’aumento del deficit e del debito per sussidiare il paese A.
Il problema di deficit di democrazia è che le spese del paese A sono decise dal governo del paese A, eletto dai cittadini del paese A mentre i cittadini del paese B non hanno voce in capitolo nell’elezione del governo del paese A, ma sono chiamati a contribuire al finanziamento di queste spese. Possiamo immaginare che i cittadini del paese B non siano molto contenti e probabilmente non ri-voterebbero per il loro governo in carica. I più estremi potrebbero pensare che l'unione monetaria tra A e B non è poi una grande idea e valuterebbero l’opportunità di uscire loro, i più forti, dall’Unione. In pratica, è sempre la stessa storia: no taxation without representation. Devo pagare per rimborsare gli eurobond? Allora voglio anche scegliere chi spende quei soldi.
Dal punto di vista della politica economica, il segnale che darebbe l’emissione di eurobond sarebbe quello di premiare governi che non vogliono seguire politiche di aggiustamento fiscale e quindi si porrebbero le basi per una spirale debitoria fuori controllo non solo per quei paesi ma anche per altri, il ben noto problema del “moral hazard”. Se si emettono eurobond per un paese, infatti, perché non per un altro? Quindi, gli incentivi per seguire politiche fiscali prudenti verrebbero abbandonati in quanto “tanto poi ci sono gli eurobond e pagherà qualcun'altro”.(...)

Unione bancaria: passi avanti?


L'idea di una unione bancaria è tornata d'attualità dopo che nelle ultime settimane sono emersi i segnali di un rischio di contagio e di fughe di capitale, ad Atene ma anche a Madrid. Questa opzione comporterebbe la responsabilità in solido dei depositi e delle banche da parte dei diversi Governi della zona euro. Impossibile però da attuare seriamente senza una vigilianza credizitia che sia centralizzata, con un trasferimento di sovranità dalla periferia al centro.

dal nostro corrispondente  Beda Romano - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/FWvWt 

Tutti Sbagliano


Averne avuti in passato e averne, anche in futuro, di ministri che ammettono gli errori... Certo, sarebbe meglio se questo governo smettesse alcuni atteggiamenti troppo distaccati e accademici, ma comunque lo stile di lavoro rimane al momento un esempio anche per coloro che verranno dopo. 

Speriamo che in futuro la retorica dello scontro politico (che il 99% delle volte si rivela scontro di parole inutili) non abbia la meglio e prevalga finalmente in Italia un approccio sperimentale, anti-ideologico, pragmatico. Scientifico, per dirla in una parola. 

Sarebbe - questa sì - una Grande Riforma di costumi, ben più profonda delle patacche istituzionali che ci vengono proposte. Ma ci torneremo in futuro.

L'importante è ora che venga riparato velocemente il torto fatto a quelle persone che - con brutta formula - sono state definite "esodati". 

Questione di giustizia, che non può essere ulteriormente rimandata.

Francesco Maria Mariotti

TUTTI SBAGLIANO -«È vero con gli esodati abbiamo sbagliato, tutti sbagliamo. Ma una cosa che vorrei ricordare- ha precisato- è che quando abbiamo fatto la riforma delle pensioni, l'abbiamo fatta in 20 giorni perchè il paese era sull'orlo di un baratro finanziario. Questo la gente l'ha già dimenticato. Non abbiamo avuto il lusso di un tempo di riflessione più lungo perchè altri governi in precedenza si erano presi il lusso di tempi di gradualismo eccessivi e molto molto lunghi. E noi abbiamo dovuto agire in fretta».