venerdì 28 ottobre 2011

Donne In Guerra


(...) «Dobbiamo perquisire le donne sotto i burqa, entrare nelle case e nelle camere dove si trovano per cercare nascondigli di armi, e interrogarle per ottenere informazioni sui taleban». Poiché in Afghanistan il 71 per cento della popolazione è composto da donne e bambini, ciò significa che le due donne commando assegnate a ogni unità delle truppe speciali partecipano a pieno titolo ad azioni e perquisizioni, affrontandone i rischi conseguenti. Ashley White faceva parte del secondo gruppo di donne combattenti ed era stata assegnata a un «Support Team» di due donne aggregato a un’unità di 12 Rangers. Sabato notte era appena entrata in un villaggio nei pressi di Kandahar quando l’esplosione di un ordigno-trappola lasciato dai taleban l’ha uccisa, assieme a due compagni. (...) Maurizio Molinari racconta della prima donna soldato Usa morta in combattimento, in Afghanistan


Per quanto si possa declinare pienamente la parità uomo - donna, il limite della guerra risulta in qualche modo insuperabile, difficile da accettare in tutto e per tutto. Anche se forse è sbagliato, poiché è forte - e violenta - la donna come l'uomo, e non dobbiamo rimuovere questo aspetto, anche se può andare in conflitto con le nostre visioni. 


Eppure, diciamo così, fa effetto, scusate l'espressione semplice. 
Come può essere bello vedere la donna in divisa, tenere insieme forza, eleganza, anche sensualità, tanto può essere orribile pensarla distrutta da una bomba, violentata da un nemico, sfregiata nella sua femminilità. La differenza con l'uomo c'è, mi pare impossibile negarlo.


Nessuna nostalgia di separazioni, ma quasi un monito, un segnale, un po' imperscrutabile. 
O forse nettissimo: ormai non c'è più limite. Forse non c'è mai stato, e semplicemente oggi lo si vede in maniera dannatamente più chiara, e non possiamo più nasconderci nelle forme della separatezza per poter custodire la grazia femminile. 


Che c'è, però, ed è distinta, è cosa "altra" dallo stile maschile, ed è cosa "altra" forse anche dalla donna che la incarna. 
E' segno del divino, da sempre.


Onore al soldato Ashley White, morta combattendo.

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